Un poco di me/Something about me - Luca Rinaldo Villani

Luca Rinaldo Villani, Chitarra Classica
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Un poco di me/Something about me

Stai ascoltando Segovia Remembranza dal CD "Five Centuries of Guitarra Espanola"

Non sapevo che a 11 anni facevo il segno di Vittoria come mia figlia oggi! Questa foto me la ha inviata poco tempo fa un caro compagno di classe Fabio Paretti, oggi manager all'API. In quel tempo, era il 1974, suonavo la chitarra da pochi mesi. Il mio primo maestro era Roberto Chiarini e la scelta fu del tutto casuale: era l'insegnante di un mio amichetto, Angelo. Roberto mi trasmise la passione per la chitarra. Ci divise improvvisamente la sua chiamata al servizio militare: divenne ufficiale e poi si sposò. Conservo una stupenda lettera in cui si rammaricava di avermi lasciato così, incoraggiandomi a proseguire a suonare in ogni modo. Purtroppo quando lo andai a trovare anni dopo per invitarlo ad un mio concerto al Teatro Ghione, lo trovai già ammalato del male che poi lo portò via nel 1998. Rotornando al lontano 1978, languendo il mio studio senza lezioni, mia mamma mi portò ad una audizione dal prestigioso M°Bruno Battisti D'Amario: ma c'era la coda di allievi, e benchè lo seguissi poi al mio primo corso nelle sale affrescate, profumose di legni e cera, del Festival delle Nazioni di Città di Castello, nulla da fare...alla fine  mi prese sotto la sua guida sicura, ma un anno dopo. Dovevo correggere parecchio dell'impostazione sia della mano destra che sinistra (un po' meno)... da suonare Bach e Sor tornai agli esercizi del Gangi , ma non mi persi d'animo. Roberto mi passò intanto diversi allievi, che lui da novello sposo, papà e cameraman alla RAI non poteva più seguire; con essi, ragazzi del liceo poco più giovani di me, iniziai un po' di "gavetta didattica" e mi guadagnavo qualche soldino con cui pagare le mie lezioni (molto più costose) cui si aggiunsero presto quelle di Armonia, libri, spartiti, corde, benzina e potevo offrire le prime cenette alla mia ragazza. Intanto finivo il Liceo Classico (1981) e mi iscrivevo alla facoltà di Giurisprudenza. Ma nell'estate  1982 ebbi una grande crisi: dopo 3 esami di Legge mi ero portato al mare, in Calabria, il tomo Rescigno di Diritto Privato del Prof. Rescigno: la mattina studiavo Privato, a pranzo un tuffo al mare e un panino sotto l'ombrellone con i miei e un po' di Jach Higgins, La Notte dell'Aquila, mentre al pomeriggio studiavo chitarra, con molta più soddisfazione e il plauso del vicinato (eravamo in un villaggio fra gli ulivi sullo Ionio). La sera non mancava qualche ingaggio del mio amico Luciano, pianista e possidente di una meravigliosa terrazza con gelati di Pizzo, pizze magistrali della simpatica cugina e la bella compagnia di ragazze abbronzate del sud e non...Finchè un bel giorno suonai sia la mattina che il pomeriggio, interruppi il Rescigno a pag. 322 e tuttora c'è  lì a mò di segnalibro il biglietto FS Roma-Soverato, del 26/7/1982: era quella la data delle mie vacanze dopo aver dato Filosofia del Diritto. Non tornai mai più in quella facoltà, da cui uscirono gli avvocati con cui, chi me l'avesse mai detto, ho avuto negli ultimi anni una certa frequentazione...Ma torniamo a quell'autunno del 1982: dopo le vacanze col gruppo della parrocchia, carissimi amici dei tempi d'oro, decisi di passare alla  facoltà di Lettere, per laurearmi , con molta calma anche a causa del sempre più cospicuo e costante studio sulla chitarra, in Storia della Musica. Per quanto incerto sul mio futuro, almeno sgombravo il campo dal rischio di trovarmi un giorno giurista  e chitarrista. Furono anni bellissimi: musicalizzavo tutti gli esami che potevo, Filologia Romanza, Storia dell'Arte, Etnomusicologia, Letteratura Italiana e rivestivo di una veste letteraria tutto ciò che suonavo: Villa-Lobos, Sor, Giuliani, Ponce... iniziavano a prendere forma sotto le mie dita, sempre più sicure, i brani più impegnativi che ascoltavo sui long playing dei miei beniamini che ammiccavano dalle copertine patinate dei dischi  d'importazione: Julian Bream, Alirio Diaz, John Williams, Oscar Ghiglia, Vladimir Mikulka, oltre naturalmente all'immenso Segovia. I miei difetti di impostazione sembravano ormai superati, ed ero confidente di aver recuperato il tempo perduto. A Roma frequentavo i concerti sinfonici a Santa Cecilia, l'IILA portava dozzine di bravi chitarristi da mezzo mondo, cui il caro amico Pierluigi mi portava attraversando mezza Roma con 3mila di super; non disdegnavo qualche buona commedia a Teatro. Proseguivano i Corsi estivi di Interpretazione con D'Amario a Città di Castello, Mezzolombardo e Copanello, con i Saggi finali in cui imparai a presentarmi non più in maglione verde  acquamarina, dopo un perentorio richiamo del Maestro, ma in giacca e papillon; iniziavo insomma a mettere alla prova anche la mia "tenuta di scena", con una certa soddisfazione personale e riconoscimento dei vari addetti ai lavori. Dopo un saggio vicino Trento con il mio amico Antonio e due belle cantanti di Genova amiche fin dal Corso, partimmo alla volta di Tortona con tanta euforia da non accorgerci che la mitica UNO diesel ,classe 1984, rosso bordeaux, era in riserva da troppi chilometri: distratti dalle fanciulle in fiore, la carrozza galeotta ci lasciò borbottando ad un passo dalla suggestiva casa di campagna che ci avrebbe ospitato. Pazienza, la classica tanica di benzina a piedi, ci siamo passati tutti... e anche per quella fu la "prima volta"... Senza dormire da giorni, beata gioventù, ci buttammo sfiniti senz amanco cenare in un grande lettone, soffice come un accogliente pagliericcio, tutti e 4, anzi tutti e  6 chitarre comprese, con un profumo indimenticabile di tuberosa, docciati a dovere. Fu una notte di placidi baci e stelle silenti, poi dormimmo come salami...Al risveglio, più ora di pranzo che colazione, improvvisammo una gustosa pasta pomodoro e basilico di campagna annaffiata da vino della casa, alla presenza d un cagnone sornione del papà della padrona di casa..poi giù a suonare tutto il programma perchè il fatidico Diploma decennale di Conservatorio era alle porte: la  sontuosa Terza Suite di Bach, la poderosa Grande Ouverture di Mauro Giuliani, la  selvaggia Sonata di Turina , i moderni Quatre Pieces Breves di Frank Martin. Fu così che lasciammo a malincuore le nostre primedonne, Roberta e Cristina, partendo con pieno di gasolio alla volta di una frizzante Roma settembrina. Iniziavano già allora le rinunce più sofferte, ma anche le più romantiche, e tutto questo solo per lei: la Chitarra!
CONTINUA...

 
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